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mercoledė, 26  novembre 2025



11:28:00
Aldo Maldera, la verità dopo 13 anni: il campione si poteva salvare
Una sentenza conferma il caso di malasanità: alla famiglia un milione di euro



Arriva dopo tredici anni la conferma: Aldo Maldera, coratino, bandiera del Milan e della Roma, morto a soli 58 anni, si poteva salvare. Lo dice una sentenza, lo ribadisce l’appello, lo racconta una storia che oggi torna a fare male.
 
Maldera morì il 1° agosto 2012 al San Camillo di Roma, pochi giorni dopo un intervento per un meningioma benigno che, secondo i giudici, era perfettamente riuscito. A stroncarlo, però, non fu il tumore, ma una tromboembolia polmonare che — come sottolineano i consulenti nominati dal tribunale — poteva essere evitata con una semplice profilassi anticoagulante, prevista nei protocolli ospedalieri.
 
Il 24 luglio di quell’anno l’ex calciatore era arrivato in ospedale per un improvviso calo della vista. Le analisi rivelarono la presenza del meningioma e l’intervento fu fissato nell’arco di pochi giorni. L’operazione andò bene, tanto che familiari e amici parlarono subito di un Maldera sereno, pronto a riprendersi. Poi, nel giro di ore, la situazione precipitò.
 
Due diversi gradi di giudizio confermano oggi ciò che la famiglia ripete da tempo: nella gestione del decorso post-operatorio ci furono omissioni. In particolare, non venne somministrata la terapia preveniva contro il rischio tromboembolico, un passaggio definito “necessario e atteso” dai periti.
 
Per la moglie Alessandra e le figlie Desiree e Matilde, che in questi anni non hanno mai rinunciato a chiedere spiegazioni, la giustizia è arrivata con un risarcimento complessivo di circa un milione di euro. Una cifra simbolica rispetto al vuoto lasciato da un uomo che, lontano dai riflettori, era rimasto un punto di riferimento.
 

 


Stefano Procacci



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