In una conferenza stampa tenutasi questa mattina, accuse all'amministrazione comunale
Nel corso della conferenza stampa indetta oggi dalle forze d'opposizione, sono maturate delle accuse circa un fatto avvenuto quattro anni fa e tornato in auge nel consiglio comunale di ieri.
Non è la il fatto in sé a interessare la minoranza, ma ciò che esso rivelerebbe sul modo di amministrare la cosa pubblica a Corato. Il dibattito si è acceso attorno alla recente decisione del Tribunale di Trani n. 820/2025, che ha respinto una richiesta di pagamento per lavori pubblici eseguiti senza formali contratti o determine. Per le opposizioni, quella sentenza mette in luce un metodo amministrativo che si ripeterebbe da anni: il ricorso sistematico agli affidamenti diretti e il cosiddetto “spacchettamento” degli appalti.
Nel corso della conferenza, uno dei consiglieri ha spiegato: «Non vogliamo discutere la sentenza, ma il metodo che da sempre contestiamo. Vengono fatti molti appalti, i servizi vengono divisi per poi procedere con affidamenti diretti. La legge lo definisce frazionamento artificioso della spesa, e questo comporta un aumento dei costi. Se su circa 60 milioni di opere pubbliche avessimo fatto gare d’appalto con un ribasso medio del 10%, oggi avremmo risparmiato sei milioni di euro».
Un risparmio dunque, che avrebbe potuto coprire altre priorità cittadine: «Quando sento dire che dobbiamo accendere mutui per il campo sportivo o il palazzetto, mi chiedo perché non si siano usate quelle risorse. Il nostro obiettivo è salvaguardare le tasse comunali e non scaricare sui cittadini di domani le spese di oggi».
Sulla stessa linea un altro consigliere, che già a luglio aveva sollevato il tema in aula: «Gli affidamenti diretti non sono un obbligo, ma una facoltà. Se un’amministrazione ha a cuore la trasparenza, deve preferire le procedure a evidenza pubblica. Invece abbiamo visto assegnazioni a soggetti vicini all’amministrazione e servizi tutt’altro che urgenti affidati senza gara».
A gettare ulteriore benzina sul fuoco politico è stato poi un terzo consigliere comunale dell'opposizione, che ha parlato apertamente di crisi all’interno della maggioranza: «È chiaro che oggi non hanno più i numeri per governare. Durante il consiglio, il consigliere Arsale è stato il primo ad abbandonare la sala, seguito da Tarantini. Si è visto chiaramente che l’aria si faceva tesa e che il sindaco cercava di mantenere i numeri richiamandoli a rientrare. È evidente che quella compattezza sbandierata non esiste più: restano solo giochi di teatro e contentini che non tengono più».
Le dichiarazioni dei consiglieri di opposizione delineano dunque un quadro critico nei confronti dell’attuale amministrazione, accusata di scarsa trasparenza e di instabilità politica. Resta ora da vedere se e come la maggioranza deciderà di replicare a queste accuse, rivendicando la legittimità delle proprie scelte e la solidità della propria azione amministrativa.