Nel giorno in cui l’Italia celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, anche Corato ha ricordato la data dell'armistizio, con la cerimonia ufficiale che ha riunito autorità civili e militari, associazioni combattentistiche, studenti e rappresentanti delle istituzioni locali in un momento di memoria e riflessione collettiva.
Nel suo intervento, il sindaco ha salutato i presenti – tra cui il comandante dei Carabinieri, il dirigente della Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco, le associazioni d’arma e di protezione civile – ringraziando la Polizia Locale per l’impeccabile organizzazione del cerimoniale e, in particolare, il vice commissario Scarpigno.
Il primo cittadino ha poi ricordato il significato storico del 4 novembre, data che segna la fine della Prima guerra mondiale con l’armistizio di Villa Giusti, firmato a Padova dal generale Pietro Badoglio. “Fu quel giorno – ha spiegato – che l’Italia uscì vincitrice dal conflitto contro l’Impero austro-ungarico, completando di fatto il lungo percorso dell’unità nazionale iniziato con il Risorgimento. Trento e Trieste divennero italiane, mentre Fiume rimase fuori da quella che D’Annunzio definì ‘vittoria mutilata’.”
Dietro quella vittoria, però, c’era un prezzo altissimo: oltre 600.000 giovani italiani caduti, molti dei quali minorenni arruolati negli ultimi mesi di guerra. “Erano ragazzi – ha ricordato il sindaco – strappati alle famiglie, agli affetti e alla vita. A loro dedichiamo oggi le corone deposte al milite ignoto e al monumento ai caduti.”
Nel suo intervento, un altro relatore ha sottolineato come la lezione di quella guerra resti attuale: “Anche quando una guerra si vince, in realtà si è sempre sconfitti. L’Italia, uscita dal conflitto, visse anni di gravi tensioni sociali, crisi economica e instabilità politica, fino all’avvento del regime fascista nel 1922.”
La riflessione finale è stata dedicata ai valori costituzionali e al significato della pace: “La Costituzione, entrata in vigore nel 1948, afferma con forza all’articolo 11 che l’Italia ripudia la guerra. Ma ciò non significa rinunciare al proprio ruolo nel mondo. Significa impegnarsi, attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale, a costruire la pace e a risolvere i conflitti con la diplomazia.”
Una celebrazione che, nel ricordo di chi ha sacrificato la vita per l’Italia, invita le nuove generazioni a coltivare consapevolezza, memoria e senso civico.