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lunedė, 8 dicembre 2025
13:36:00
Corato, finisce l'era Gattone: esonero dopo l'ennesimo crollo nel finale
Troppi vantaggi dilapidati e un trend ormai irreversibile: non bastano i meriti del passato, la società interrompe il rapporto con il coach argentino dopo l'ennesima rimonta subita
Esonero inevitabile, arrivato al termine di una serie di segnali che la società non ha più potuto ignorare. Il Corato chiude l’era Gattone dopo due stagioni intense, ricche di identità e momenti di alto profilo, ma segnate da una costante che alla lunga è diventata insostenibile: l’incapacità di gestire i finali, di proteggere i vantaggi, di restare lucidi quando la partita entra nella sua zona calda.
L’allenatore argentino aveva firmato un primo anno da ricordare, con una cavalcata entusiasmante in B2. La conferma nella stagione successiva aveva portato alla salvezza, ottenuta però attraverso troppe gare scivolate via negli ultimi minuti. Difetti strutturali, mai risolti. Difetti che quest’anno sono esplosi.
Il record attuale parla da solo: 3-6 dopo 10 giornate (con un turno già riposato). Ma a impressionare – e preoccupare – non sono tanto le sconfitte in sé, quanto il modo in cui sono maturate. Corato è una squadra capace di dominare lunghi tratti, salvo poi spegnersi improvvisamente: corto respiro fisico, fragilità emotiva, assenza di leadership nei momenti chiave. Il risultato è una collezione di rimonte subite che racconta in maniera brutale la stagione.
Ribaltoni che pesano come macigni:
Catanzaro al PalaLosito: 16-27 l’ultimo quarto, gara ribaltata sul più bello.
Molfetta: +13 di margine, poi un secondo tempo da 24-44 che cancella tutto.
Mola: avanti di 20, poi un crollo verticale nell’ultimo periodo (11-29) fino al 73-74 finale.
Milazzo: ancora una sconfitta punto a punto, questa volta in trasferta, nonostante il +5 a otto minuti dalla fine.
Ragusa: l’episodio che ha fatto traboccare il vaso. Un +26 dilapidato in casa, chiudendo 92-99 con un quarto finale da incubo (12-31) e ancora zero vittorie al PalaLosito. Una ferita che la società ha ritenuto impossibile da archiviare.
Sono numeri che definiscono un trend, non una serie di coincidenze. E se la squadra continua a spegnersi quando il livello di pressione sale, la responsabilità tecnica non può che essere messa in discussione. Per questo il presidente Marulli e la dirigenza hanno scelto di voltare pagina, ringraziando un allenatore che tanto ha dato, ma che non riusciva più a invertire la rotta.
L’esonero arriva dunque come atto necessario per provare a salvare una stagione che rischiava di scivolare via troppo presto. Il roster, per talento e profondità, non merita il bilancio attuale. Servirà una guida capace di restituire ordine, equilibrio e – soprattutto – personalità nei finali.
Corato ora riparte da una certezza: quello che è mancato non è il gioco, ma la tenuta. La nuova sfida sarà ricostruire fiducia e identità in una squadra che ha mostrato di saper accendere la luce, ma troppo spesso non ha saputo evitare il blackout.
Stefano Procacci