C’è un filo invisibile ma resistente che lega Paolo Strippoli alla sua città. È lo stesso filo che ha attraversato i suoi primi passi nel cinema e che oggi si tende, fiero, fino al suo nuovo film, "La Valle dei Sorrisi", in uscita nei migliori cinema dal 17 settembre. Un titolo che, all’apparenza, promette luce e quiete, ma che in perfetto stile Strippoli, custodisce una tensione sotterranea, perpetua.
Paolo è uno di quei talenti che Corato ha visto nascere e crescere, uno di quelli che, pur guardando lontano, non ha mai smesso di restituire al suo paese uno sguardo sincero, critico, lucido. Dopo "A Classic Horror Story" (Netflix) e "Piove", lavori che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico per il suo approccio originale al genere horror, il regista coratino torna con un’opera che conferma la sua mano e amplia la sua visione.
"La Valle dei Sorrisi", con protagonista Michele Riondino, è ambientato a Remis, un luogo misterioso e nascosto tra le montagne (il film è girato in Friuli), che al tempo stesso isolano e proteggono i suoi abitanti, dove tutto è ordine, armonia e serenità. Ma dietro quella perfezione si nasconde un sistema inquietante, un microcosmo che si regge sull’ipocrisia e sul controllo. I bambini sorridono, gli adulti sorridono, tutti sorridono. Sempre. Ma perché?
Strippoli usa l’horror non solo per spaventare, ma per indagare. Le sue storie parlano di paure concrete, collettive. In questo film, prodotto da Fandango, il regista sembra voler riflettere sull’omologazione, sul bisogno malato di perfezione, sulla violenza nascosta nelle relazioni che sembrano più pure. Il tutto con un’estetica curatissima e un cast giovane, potente, che dà corpo e voce a personaggi scritti con precisione.
Non c’è compiacimento nel suo cinema. C’è semmai una domanda costante, scomoda, rivolta allo spettatore: “Se fossi lì, cosa faresti tu?”.
Chi lo conosce a Corato, chi lo ha visto crescere tra corti, festival locali e sogni grandi, sa bene che "La Valle dei Sorrisi" è l’evoluzione coerente di un percorso cominciato da lontano. Un percorso che mescola talento, disciplina, e una forte identità autoriale.
E in un momento storico in cui il cinema italiano spesso fatica a osare, Strippoli è una voce che non solo osa, ma lo fa con stile, con consapevolezza. Non rincorre i gusti del mercato, li sfida.
Noi, da qui, lo guardiamo con orgoglio e facciamo il tifo per lui. E dal 17 settembre tutti al cinema, per ammirare la sua Valle un po' "creepy" che ci lascerà con il fiato sospeso.