Nella sala consiliare di Palazzo San Cataldo, annunciata la "quattro giorni" di festa curata da PugliArmonica
Questa mattina, nella sala consiliare di Palazzo San Cataldo, a pochi passi da dove furono ritrovate le reliquie del Santo patrono, è stato presentato il programma della festa che, ogni anno, è L'EVENTO per Corato e i coratini.
Don Antonio Maldera ha parlato di un legame antico: “Il culto delle reliquie ci viene dai primi secoli del cristianesimo. Portarle tra le parrocchie, negli ospedali e nelle case di riposo è un modo per dire che San Cataldo è vicino a tutti”. Quest’anno, in pieno Giubileo, anche i giovani sacerdoti avranno un ruolo speciale nelle celebrazioni.
Per Aldo Scaringella, della Deputazione Maggiore, “l’accoglienza in piazza Cesare Battisti sarà un momento corale, con clero, confraternite, associazioni e autorità. Poi rosari, messe, la processione, fino alla Messa in suffragio dei defunti e alla visita delle reliquie agli ammalati”.
C’è anche la voce di chi vede nella festa un segno di identità collettiva. “È il compleanno della comunità – racconta il direttore artistico di PugliArmonica Graziano Cennamo – o la vivi o la subisci. È il momento in cui tutto passa in secondo piano e ci riallacciamo alle nostre radici. San Cataldo è ormai un esempio di festa patronale a livello nazionale”.
L’assessore alla Cultura, Beniamino Marcone, ricorda che “la banda e i concerti in cassa armonica sono parte dell’anima coratina, così come lo spazio dedicato alle tipicità in piazza Vittorio Emanuele. Due sere per gustare la nostra terra e sentirci parte di una stessa storia”.
Il sindaco Corrado De Benedittis ha voluto rimarcare che “questa festa è il simbolo più forte della nostra comunità, capace di unire generazioni e storie diverse”.
E c’è spazio anche per un pensiero a chi torna. “Abbiamo preparato shopper e brochure dedicate a San Cataldo – ha spiegato Gerardo Strippoli, presidente della Pro Loco – per i coratini nel mondo che in questi giorni rientrano a casa”.
Corato si prepara così ad accogliere il suo patrono con lo stesso entusiasmo di sempre, in un abbraccio che unisce fede, tradizione e il piacere di ritrovarsi.