Cronaca
sabato, 2 agosto 2025
15:46:00
Non siamo umani! Il video delle vittime della fuga di gas diventa virale
Mentre le due vittime cercavano disperatamente aiuto, qualcuno ha filmato quegli attimi orribili. E centinaia di persone hanno condiviso il video
Ieri a Corato due persone sono rimaste gravemente ustionate dopo l’esplosione di una bombola di gas. Oggi sono in rianimazione, tra la vita e la morte. E noi, come società, siamo già colpevoli. Non per la fuga di gas, ovviamente. Siamo colpevoli perché, davanti al dolore, qualcuno ha preferito estrarre lo smartphone invece che aiutare fattivamente le povere vittime.
In quelle strade, tra l’odore di bruciato e le urla di chi stava rischiando la vita, qualcuno ha scelto di filmare. Così sono stati immortalati i corpi dilaniati e disperati di due persone che chiedevano aiuto. E quei video, nemmeno il tempo di spegnere le fiamme, erano già ovunque: WhatsApp, Telegram, Instagram. La catena di Sant’Antonio dell’orrore.
Questa non è una puntata di Black Mirror, non è fiction distopica: è la vita reale, ed è peggio. Abbiamo trasformato la tragedia in intrattenimento, il dolore in contenuto virale. Ogni condivisione è una ferita in più, inflitta non solo alle vittime, ma alla famiglia e a tutta la comunità.
Non ci sono innocenti in questa catena:
Chi filma senza intervenire ha abdicato alla propria umanità.
Chi inoltra il video, anche semplicemente “per far sapere”, è complice.
Chi guarda senza indignarsi si abitua a un mondo dove l’empatia muore, e con lei muore la civiltà.
Il problema non è la tecnologia. Il problema siamo noi. Abbiamo trasformato la realtà in uno spettacolo permanente, dove il dolore degli altri vale solo se ci emoziona per qualche secondo sullo schermo. Poi scrolliamo e passiamo oltre.
Non siamo umani quando il nostro primo istinto davanti a un corpo in fiamme è aprire la fotocamera. Non siamo umani quando decidiamo con un clic, di condividere l'orrore. Non siamo umani.
Oggi quelle due persone lottano per sopravvivere. Noi, invece, dobbiamo chiederci se la nostra anima l’abbiamo già persa.
Stefano Procacci